Category: 2021
Ci ha lasciato Teresa Di Giambattista, una delle ultime Partigiane Picene, Vice Presidente della Sezione ANPI di Acquasanta Terme.
ANPI Comitato Provinciale di Ascoli Piceno
COMUNICATO STAMPA
Nella notte tra sabato e domenica ci ha lasciato Teresa Di Giambattista, una delle ultime Partigiane Picene, Vice Presidente della Sezione ANPI di Acquasanta Terme.
Se n’è andata con la stessa compostezza risoluta e mite con cui da giovane staffetta ha svolto le sue missioni per la banda Comando Patrioti di Acquasanta agli ordini del Capitano Ettore Bianco. Dolcezza, tenacia, volitività, insieme con le sorelle Cristina, Giacomina e la piccola Quintina, sotto la guida irreprensibile e protettiva del padre Giovanni e del fratello Paolo, Teresa recapitava i messaggi segreti a Paggese e li riportava alla Banda nascosta fra le grotte del Pizzo di San Vito, frazione di Acquasanta Terme dove la Banda di Partigiani sopravvissuti alla strage di Pozza-Umito si riorganizzò per dare la spallata definitiva all’oppressore nazi-fascista.
Teresa giovanetta di sedici anni, col freddo, l’umidità che si depositava gelata sulle sue guance intirizzite, le mani nascoste dentro le maniche del maglione di lana grossa, si inerpicava per il sentiero che portava a Paggese dove lasciava i preziosi comunicati e riceveva i nuovi che memorizzava scrupolosamente: al ritorno vuotava quel sacco pesante di parole, attese e fondamentali per le decisioni della Banda. E resistette a quel brutto energumeno vigliacco che la colpiva con il manico dell’accetta per estorcerle le informazioni segrete, lei muta, terrorizzata ma senza cedimenti.
Il suo portamento fiero, lo sguardo mite e il sorriso dolce restano per sempre impressi nella memoria di chi ha ascoltato i suoi racconti di quella stagione difficile, dolorosa ma portatrice della libertà per le donne, verso l’affermazione della parità e, al fianco degli uomini, della sconfitta del regime fascista violento e liberticida.
Teresa, una ragazza valorosa, una donna straordinaria che nella sua lunga vita ha saputo affrontare con tanta forza e determinazione le innumerevoli prove profondendo amore e saggezza.
La memoria e la storia rappresentano la verità incontrovertibile che non può confondere vittime e carnefici. La nostra libertà di oggi è il frutto di quel generoso altruismo che ha aperto la strada della democrazia.
Ciao Partigiana Teresa, ci lasci l’esempio di una generazione di donne e uomini che non hanno avuto paura di rischiare la propria vita per la conquista della LIBERTÀ!
Per una difesa incondizionata dei valori universali della pace, del rispetto della vita umana e della sua dignità.
Agli organi di stampa
trasmettiamo alcune considerazioni insieme a indicazioni https://www.anpimarche.it per il reperimento di materiale utile per ulteriori approfondimenti con l’auspicio che “tutte” le Istituzioni finalmente dimostrino correttezza e adesione agli obiettivi indicati dalla legge istitutiva del “Giorno del Ricordo”evitando in primo luogo di dare voce e spazio a ricostruzioni parziali e strumentali di una tragedia che tutti ci deve interrogare, come avvenuto ad Ascoli Piceno con la diffusione di un opuscolo pubblicato dalla casa editrice Altofonte notoriamente espressione della “Galassia nera“
Cordiali saluti
AnpiMarche
L’ANPI è affidataria della Memoria storica del sacrificio di donne e uomini che non hanno avuto paura di ribellarsi all’ oppressione nazi-fascista e, rischiando la loro stessa vita, hanno conquistato la libertà e la democrazia per il nostro Paese, condanna tutte le forme di violenza esecrabile compiuta dai regimi totalitari e liberticidi e difende incondizionatamente i valori universali quali la pace, il rispetto della vita umana e della sua dignità.
Per questa ragione non accetta che venga fatto un uso strumentale della verità storica da forze politiche, le quali giocando sulla contrapposizione ideologica raccontano eventi storici decontestualizzati e mistificati per colpire l’emotività, soprattutto delle giovani generazioni.
Il Giorno del Ricordo continua ad essere l’occasione dunque, non già per ricordare le vittime di un’inaccettabile persecuzione perpetrata da un regime totalitario e repressivo che ha fatto carne da macello di tutti coloro che vi si opponevano, bensì un’occasione per contrapporre uomini contro uomini in nome dell’orgoglio italiano e esaltare il fascismo come esempio di buon governo, magari in antitesi al regime comunista titino.
La Storia ricostruita in modo rigoroso ci dà conto della verità che, in quanto tale, non può confondere le vittime con i carnefici. Né può farsi sopravanzare dal solo racconto emozionale che non fornisce le coordinate giuste per capire lo svolgersi dei fatti, le responsabilità e le dinamiche sottese agli eventi stessi.
Non è moralmente corretto l’uso strumentale del racconto storico. La legge che istituisce il Giorno del Ricordo pone la conoscenza storica degli eventi accaduti come obiettivo fondamentale da perseguire nelle scuole, dunque, ai giovani studenti vanno forniti i presupposti per la pratica dell’indagine storica, allo scopo di conoscere e comprendere la verità in tutta la sua complessità e disporre di tutte le coordinate per poter elaborare un giudizio critico e autonomo.
Al di là della ritualità commemorativa l’occasione data da una ricorrenza del calendario civile non deve servire per contrapporre crimini ad altri crimini in una logica di antagonismo ideologico. È immorale contrapporre vittime ad altre vittime per esacerbare l’orgoglio di essere italiani, tralasciando di menzionare le atrocità compiute proprio dagli Italiani in nome del fascismo. È disonesto raccontare pezzi di verità e ignorare le efferatezze, le violenze e le sopraffazioni perpetrate in quelle stesse terre da parte degli Italiani sulle popolazioni che quei luoghi avevano condiviso per secoli.
La memoria storica non può sostanziarsi solo di ricordi soggettivi, ma deve affondare le sue radici nella documentazione circostanziata e puntuale che, come tale, non tralascia e non deforma la reale entità degli accadimenti oggettivamente riscontrabili. Molti ricorderanno come alcuni anni fa, in un manifesto con il programma delle celebrazioni per il Giorno del Ricordo campeggiasse una foto toccante che ritraeva uomini e donne in cammino forzato con le loro poche masserizie e la disperazione nei volti: si trattava però di una foto di slavi in fuga dalle persecuzioni fasciste italiane.
L’ANPI condanna e ritiene inaccettabile l’uso irresponsabile e fazioso della Storia da parte di chi inneggia al fascismo e ai suoi metodi, disconoscendone la crudeltà e la violenza, lo squadrismo come strumento di persuasione che ha mietuto migliaia di vittime nel nostro Paese, nell’arco del lungo ventennio.
L’Anpi condanna altresì che le vittime innocenti della terribile vicenda umana e politica del confine orientale italiano nella seconda guerra mondiale vengano manipolate per fini di proselitismo ideologico.
La Giornata della Memoria e il Giorno del Ricordo, fuori da ogni retorica celebrativa e fuori da ogni opportunismo partitico devono costituire occasione di conoscenza del passato che apra ogni giorno le nostre coscienze all’abominio degli orrori compiuti nel Novecento perché essi non si ripetano.
Nota del Presidente nazionale ANPI: “Per un Giorno del ricordo intero”
10 Febbraio 2021
“Occorre aprire una pagina nuova che, senza nulla togliere alla gravità degli eventi delle foibe e dell’esodo, restituisca nella sua interezza il dramma delle terre di confine e del più ampio territorio slavo”
#194indietrononsitorna
Ieri si è tenuta ad Ancona una riunione organizzativa con 53 partecipanti e quasi settanta adesioni raccolte .
ANPI Marche. ha aderito
La manifestazione, senza corteo, mantiene il carattere cittadino ma aperto alle realtà esterne che vogliono partecipare.
In contemporanea organizzate altre manifestazioni in altre realtà (San Benedetto, Ascoli).
Un intervento femminile a organizzazione max 2-3 minuti.
Per il comunicato stampa si utilizzerà il testo del manifesto.
Adesioni in ordine alfabetico, striscione unitario #194indietrononsitorna e partecipazione ognuno con proprie bandiere.
“UNIAMOCI PER SALVARE L’ITALIA”
Il testo dell’appello per una grande Alleanza democratica e antifascista promosso da Associazioni, Movimenti, Partiti, Sindacati nazionali. Tra questi: ANPI, ARCI, CGIL, CISL, UIL, 6000sardine, Partito Democratico, M5S, Articolo 1
Uniamoci per salvare l’Italia. Per sconfiggere la pandemia, ricostruire il Paese, promuovere una democrazia più ampia e più forte, urge l’impegno delle forze migliori della società. Occorre una nuova visione per il nostro Paese. Cambiare per rinascere, ricomporre ciò che è disperso, unire ciò che è diviso, donare vicinanza dove c’è solitudine, vincere la paura costruendo fiducia.
Lanciamo un appello per una grande alleanza democratica e antifascista per la persona, il lavoro e la socialità, mettendo a valore ogni energia disponibile dell’associazionismo, del volontariato, del Terzo settore, del movimento sindacale, della cooperazione, delle giovani generazioni, del mondo della cultura, dell’informazione, delle arti e della scienza, della società civile, della buona economia, col sostegno delle istituzioni e dei partiti democratici.
Un’alleanza che guardi al dramma presente attraverso i valori della solidarietà e della prossimità promuovendo una nuova cultura politica dell’ascolto e dell’incontro, ma guardi anche al futuro, affinché l’Italia del dopo Covid non sia la restaurazione dei vecchi e fallimentari modelli economici e valoriali, ma si avvii verso il cambiamento sulla strada tracciata dalla Costituzione.
Un’alleanza che contrasti l’insopportabile crescere delle diseguaglianze, combatta l’avanzare incessante delle mafie e della corruzione, sostenga il valore della vita e la dignità della persona umana e il lavoro come fondamento della Repubblica, assuma il valore e la cultura della differenza di genere, rivendichi la tutela della salute come diritto fondamentale, la centralità della scuola e della formazione, la piena e reale libertà di informazione oggi insidiata da vere e proprie intimidazioni.
Un’alleanza che unisca giovani e anziani, donne e uomini, laici e religiosi, persone di diverse opinioni, ma unite sui principi dell’antifascismo, per un Paese che torni a progredire pienamente, su basi nuove, sulla strada della democrazia e della partecipazione e dove l’economia sia finalmente al servizio della società e della persona, come più volte ricordato anche da Papa Francesco.
Un’alleanza che abbia a base i valori non negoziabili della pace e dei diritti umani, che si opponga all’escalation dei focolai di guerra che generano una insensata corsa alla produzione di armamenti, che abbia nell’agenda e nel cuore l’impegno per la difesa dell’ambiente e contro la crisi climatica, che guardi all’Europa davvero dei popoli, un’Europa come una risorsa e non come un nemico, che si opponga ad ogni violazione della legalità democratica, che consegni al nostro popolo e alle giovani generazioni l’insegnamento del passato e la speranza del futuro.
Un’alleanza che dia nuova vitalità alla partecipazione democratica in un Parlamento del quale sia assicurata la centralità nei processi politici e decisionali.
La democrazia infatti non è un bene acquisito per sempre, ma richiede cure quotidiane, come dimostrano i drammatici fatti di Capitol Hill e le gravissime responsabilità di Trump.
Questo è il messaggio che intendiamo portare ovunque sul territorio, affinché si trasformi in una inedita, pacifica e potente mobilitazione nazionale.
Abbiamo alle spalle una straordinaria esperienza di valori chiamata Antifascismo e Resistenza, sulla cui base sono nate la Repubblica e la Costituzione, cioè la nuova Italia. Sono i valori della giustizia sociale, della libertà, della democrazia, della solidarietà, della pace, del lavoro. È giunto il momento di promuovere con lo sguardo di oggi un impegno democratico e antifascista che viene da lontano: uniamoci per salvare l’Italia, uniamoci per cambiare l’Italia.
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16 Gennaio 2020