Il Forum delle Associazioni antifasciste e della Resistenza: “L’attacco all’Ucraina va condannato senz’appello”

24 Febbraio 2022

GIORNO DEL RICORDO 2022

Martedì 8 febbraio, in occasione del Consiglio comunale aperto del Comune di Fano previsto per celebrare “Il Giorno del Ricordo”, Federico Carlo Simonelli terrà una lectio magistralis su “L’Alto Adriatico nel Novecento. Storia e memorie del confine orientale d’Italia”. L’evento è organizzato dal Comune di Fano, Istituto di Storia Contemporanea della provincia di Pesaro e Urbino e MEMO – Mediateca Montanari.

All’evento si potrà assistere sulla pagina youtube del Sistema bibliotecario di Fano oppure si potrà partecipare sulla piattaforma zoom iscrivendosi all’indirizzo iscop76@gmail.com.

Federico Carlo Simonelli è dottore di ricerca in Storia dei partiti e
docente a contratto all’Università di Urbino. È esperto della storia del confine dell’Alto Adriatico e di fiumanesimo e consulente scientifico della fondazione “Il Vittoriale degli Italiani” e la “Società di studi fiumani”. Per Pacini ha scritto “D’Annunzio e il mito di Fiume. Riti, simboli, narrazioni” (2021)

Martedì 8 febbraio alle 21 la Sezione ANPI di Macerata proporrà un momento di approfondimento e riflessione in occasione del Giorno del Ricordo:

“Alto Adriatico nel 20° secolo: un confine complesso”

Introduce: Matteo Petracci

Interventi di Piero Purich e Lorenzo Filipaz

L’iniziativa si svolgerà in diretta Facebook sulla pagina ANPI Macerata.

Piero Purich, storico, nato a Trieste, ha conseguito il PhD all’Università di Klagenfurt (Austria).

E’ autore di diversi libri, tra i quali “Metamorfosi etniche. I cambiamenti di popolazione a Trieste, Gorizia, Fiume e in Istria 1914-1975”, “La farina dei partigiani” e ha creato lo spettacolo teatrale “Rifiuto la guerra. Pacifisti, renitenti, disertori, ammutinati: la grande guerra dalla parte di chi cercò di evitarla”.  Ha scritto articoli per numerose riviste, tra le quali Internazionale e Limes. E’ collaboratore di Giap, blog della Wu Ming Foundation.

Lorenzo Filipaz, discendente di profughi istriani, critico verso la retorica revanscista nei confronti dell’Adriatico orientale, autore di alcuni articoli sull’argomento usciti su Giap, blog della Wu Ming Foundation. In collaborazione con il gruppo indipendente di ricerca Nicoletta Bourbaki, si è occupato anche di narrazione storica nelle voci di wikipedia. Le sue riflessioni hanno trovato spazio nella rivista Zapruder.

“LA STORIA INSIEME” Il 5 febbraio a Gorizia iniziativa congiunta ANPI nazionale – ZZB-NOB (l’Associazione dei partigiani sloveni) in occasione del Giorno del Ricordo. Il programma completo  Lo streaming dell’iniziativa

GIORNO DELLA MEMORIA 2022

L’intervento di AnpiMarche al Consiglio Regionale delle Marche: 1 febbraio 2022 giorno della memoria.

Ringrazio il Presidente del Consiglio Regionale per aver organizzato quest’appuntameto, saluto tutti i partecipati e in particolare le ragazze e i ragazzi in rappresentanza dei quattro istituti.

Sarebbe stato utile che il Tavolo della Memoria, avesse avviato una riflessione collettiva anche al fine di individuare iniziative e momenti di partecipazione più ampia.

Nonostante la pandemia sanitaria, si potevano prevedere incontri anche da remoto perché il tema non può, secondo noi, esaurirsi nella sola giornata prevista dalla legge.

Occorre calendarizzare appuntamenti per preparare un percorso capace di segnare le coscienze e dare un senso alla giornata della memoria.

La legge 211 del 2000 richiama nel suo titolo tutta la gravità di quanto accaduto: “Istituzione del “Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”.

Visto il tempo limitato, affronterò solo alcuni aspetti:

L’art. 1 cita la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali. La formulazione poteva essere più completa, manca il riferimento al regime fascista di Benito Mussolini: la persecuzione dei cittadini ebrei da parte del regime fascista italiano. Chi sono italiani che hanno subìto la deportazione? Militari, antifascisti, oppositori al regime fascista, ma potremmo aggiungere testimoni di Geova, omosessuali, lesbiche, rom, sinti …

La prigionia, che cosa è stata? Ma anche come ci si è arrivati, iniziando dalle operazioni di rastrellamento programmate dai fascisti italiani, d’imprigionamento e di consegna all’alleato nazista di donne bambini e uomini. Non secondario è stato il movente economico: queste persone erano private di tutti i loro beni che poi erano ripartiti fra i maggiorenti del partito fascista.

E’ bene ricordare anche coloro che, in ruoli e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio e, a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

L’art. 2 invita a far si che le scuole siano protagoniste, realizzino iniziative, momenti per approfondire le ragioni del giorno della memoria.

Una domanda semplice: è realmente applicata questa legge?

Forse si dava per scontato che nelle scuole si studiasse l’avvento delle leggi sulla razza, annunciate da Mussolini il 18 settembre del 1938. Questo ha creato le condizioni affinché la comunità ebraica potesse essere considerata una comunità da emarginare, da eliminare dalla vita civile, da far sparire dentro carri merci per essere sterminata nei forni crematori.

Le leggi razziali fasciste furono un insieme di provvedimenti legislativi e amministrativi (leggi, ordinanze, circolari) applicati in Italia fra il 1938 e il 1945, inizialmente dal regime fascista e poi dalla Repubblica Sociale Italiana. Se non si contestualizza, si fa fatica a capire di che cosa parliamo.

Con l’accordo tra Hitler e Mussolini del luglio 1944 tutti i militari internati, compresi gli ufficiali, vennero trasformati in lavoratori civili; i militari che si rifiutarono di combattere con la repubblica sociale diventarono di fatto schiavi  e dovettero lavorare nelle fabbriche tedesche, ne morirono più di centomila sui seicentomila che dissero no al regime fascista.

Ecco, di questo la legge non ne parla ma noi siamo chiamati a capire nel profondo per impedire che ciò possa accadere di nuovo.

E’ chiaro e va continuamente ricordato il sacrificio del popolo Ebraico con i suoi sei milioni di morti che devono pesare sulle coscienze di tutti; e non dobbiamo dimenticarci il sacrificio dei militari italiani ridotti ai lavori forzati; e sempre va ricordato chi ha voluto tutto questo, chi sono stati i responsabili di questa tragedia.

Due ragazze di quindici anni, in un parco di Campiglia Marittima (Livorno), avrebbero insultato, preso a calci, colpito con spunti un ragazzino di dodici anni ebreo …. Non vi parlo di un fatto accaduto 70/80  anni fa, secondo quanto riportato sulla pagina Face – book del Comune di Campiglia è accaduto l’altra domenica pomeriggio, qui in Italia, oggi! Famiglia, scuola, società possiamo veramente sentirci con la coscienza a posto?

Potrei fare un lungo elenco di atti intimidatori, di violenza, di emarginazione, di sopraffazione.

Questo ci avverte che la nostra democrazia è fragile.

Quando diciamo che quanto è accaduto in Europa non accadrà più, lo crediamo veramente o ci nascondiamo dietro la falsa illusione che salvando noi stessi abbiamo salvato  il mondo?

Vediamo donne e uomini che lanciano biglietti per chiedere aiuto, o semplicemente chiedono di informare i loro parenti sulle loro condizioni, che si trovano  in questo o quel campo di raccolta profughi. Questo non ci richiama alla memoria l’immagine dei biglietti lasciati cadere dai deportati nei vagoni blindati?!

Perché queste immagini non suscitano in noi la giusta indignazione? Qualcuno ha parlato di razza marchigiana … C’è al mondo una sola razza: quella umana.

Quando parliamo di fili spinati, della costruzione di muri a difesa dei confini, di porti chiusi, quando siamo indifferenti alle persone che chiedono la carità per sopravvivere, quando pensiamo di poter fare le graduatorie per l’assegnazione delle case di edilizia popolare escludendo o sfavorendo le persone che non hanno “sangue marchigiano” forse dovremmo riflettere ancora e ancora e ancora sulle ragioni della giornata del 27 gennaio.

Se c’è una parte del mondo che può vaccinarsi contro un virus e una parte enorme cui è impossibile per ragioni di profitto, pensiamo veramente che l’odio sia finito? Crediamo davvero che questa Europa abbia sviluppato gli anticorpi per combattere il virus del razzismo, dell’intolleranza, dell’indifferenza verso grandi e bambini che affogano in mare, oscenità che inevitabilmente portano alla guerra.

Ecco il ricordo di che cosa è stato, le ragioni, le cause, gli attori di questa disgrazia.

Sta nelle nostre mani e nella nostra capacità di ragionare vincere questa scommessa, tenere fede a questo impegno “mai più”!