A FANO un altro pessimo segnale di questi tempi.

Abbiamo letto questa mattina in via Aldo Moro, imboccandola da via Trave e impressa sulle tavole antirumore, una scritta fomentatrice di violenza ed odio contro l’Anpi(Associaz. nazionale partigiani italiani).
Per questi poveri imbecilli, che compiono simili azioni, non possiamo che provare tanta pena, per la squallida esistenza alla quale sono relegati.
L’ignoranza che li domina, gli impedisce di conoscere la storia e di sapere quindi, che attaccando l’Anpi, offendono la memoria di chi ha perso la vita per liberare l’Italia dal nazifascismo a favore della democrazia, permettendo oggi, anche a chi commette certe scempiaggini, di potersi “esprimere”.
Invitiamo le Istituzioni preposte ad intervenire, sia per cancellare quella scritta oscena e individuare i fascistelli responsabili.
Il direttivo anpi sez. Leda Antinori  Fano

Proposta Parchi e Percorsi della Memoria Storica della Resistenza delle Marche

Pubblichiamo il documento inviato alla I Commissione Assembleare Permanente Consiglio Regionale Assemblea legislativa Marche dove è in fase di discussione la Pdl 333/19 – DISPOSIZIONI PER LA VALORIZZAZIONE DEI LUOGHI DELLA LOTTA PARTIGIANA E DELL’ANTIFASCISMO DENOMINATI PARCHI DELLA MEMORIA STORICA DELLA RESISTENZA E INDIVIDUAZIONE DEL PARCO DELLA MEMORIA STORICA DELLA RESISTENZA DEL COLLE SAN MARCO.

Anpi Marche è stata ascoltata in audizione dalla I Commissione del Consiglio Regionale lo scorso martedì 19 maggio 2020 e in tale seduta è stato chiesto alla nostra associazione di formulare una proposta di individuazione dei parchi della memoria storica della Resistenza ad integrazione di quanto previsto dalla Pdl 333/19.

Il Coordinamento Anpi Marche ha dato la propria disponibilità e ha subito attivato tramite i Comitati provinciali le sezioni perché contribuissero all’individuazione di ulteriori proposte sia per i Parchi (oltre a quello di Colle San Marco – Ascoli già inserito nella Pdl 333) che per i Percorsi della Memoria

Quello che pubblichiamo è il frutto del lavoro svolto che come scriviamo nel documento trasmesso alla Regione “non esaurisce l’individuazione di ulteriori parchi e percorsi storici della memoria e della pace secondo quanto indicato dall’art. 3 legge 15 che auspichiamo possano essere ulteriormente valorizzati a partire dall’approvazione della presente iniziativa legislativa”, data la complessità e la diffusione dell’antifascismo e della Resistenza nel territorio marchigiano.

Un ringraziamento a tutt* coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo prezioso lavoro di raccolta di materiali e conoscenze sull’antifascismo e sulla Resistenza della nostra Regione.

Il nostro auspicio è che la sua pubblicazione possa essere di stimolo per ulteriori integrazioni che ci permettano di giungere alla composizione di un documento più organicamente strutturato.

SULLE ELEZIONI REGIONALI

Come Coordinamento dei Comitati provinciali ANPI delle Marche abbiamo ribadito e sottolineato, anche di recente, il fondamento della nostra Costituzione nella Resistenza e nella cultura politica dell’antifascismo. 

Rileviamo che nelle Marche alle prossime elezioni regionali il “centrodestra” ha scelto di candidare un esponente di Fratelli d’Italia che, come è avvenuto il 28 ottobre 2019 ad Acquasanta, ha partecipato alla celebrazione della marcia su Roma, a conferma della contiguità tra populismo di destra e neofascisti.

Su tale vergognoso episodio l’ANPI ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno.

Sottolineiamo come, tanto più per quanto sopra, le difficoltà economiche e sociali della Regione, aggravate dalla pandemia, pretendono dalle forze politiche democratiche e antifasciste della Regione un grande impegno unitario per avanzare all’elettorato, proposte chiare, finalizzate alla rinascita del tessuto sociale ed economico di tutti i suoi territori.

In direzione inversa consideriamo le deleterie iniziative estemporanee di modifica della legge elettorale regionale tese ad inibire e svilire la necessaria partecipazione democratica di elettori ed elettrici, stigmatizziamo altresì la scarsa propensione fin qui dimostrata nel ricercare maggiori convergenze.

Ci aspettiamo, di conseguenza, scelte e proposte politico-programmatiche coerenti con il dettato costituzionale e tali da garantire il più ampio coinvolgimento democratico dell’elettorato.

Cosa sta succedendo nella nostra Regione?

Cosa sta succedendo nella nostra Regione?
Un altro omicidio nei pressi di Spinetoli di chiaro stampo mafioso/criminale si aggiunge a quello di un congiunto di un collaboratore di giustizia, alla intimidazione del Sindaco di Pesaro, ad alcuni incendi “dolosi” e all’incremento esponenziale dell’usura a cui non possiamo certo dimenticare si affianca il consumo sempre più diffuso di droghe pesanti con tutto “l’indotto” che comporta.
E’ sempre più necessario che la comunità marchigiana sia messa nelle condizioni di comprendere il grave pericolo che sta correndo.
Non è certo tempo di nascondere “la polvere sotto il tappeto”.
E’ indispensabile che emerga una lettura dei fatti articolata e circostanziata a cui dovranno concorrere gli organi di polizia, la magistratura, le istituzioni locali, gli organi di comunicazione perché emerga e si consolidi la consapevolezza dei pericoli.
Anche attraverso l’attività dell’associazionismo è possibile dare nuovo impulso alla cultura della legalità.
E’ sempre più necessaria l’assunzione di responsabilità da parte dei singoli cittadini ma ancor più c’è bisogno di un salto di qualità da parte delle forze politiche a partire dal contrasto risoluto è generalizzato ai comportamenti illegali dei cosiddetti “colletti bianchi” ma anche e soprattutto attraverso una decisa e profonda modifica del rapporto tra politica e affari; tanto più in un momento particolarmente delicato come quello che stiamo vivendo in cui è assolutamente necessario garantire massima trasparenza nell’allocazione delle risorse per fronteggiare la grave crisi economica e sociale aggravata in ultimo
dalla pandemia.
Tenendo ben presente che un conto è garantire la trasparenza e la tracciabilità pre e post nell’allocazione delle risorse e un altro offrire ulteriori spazi di azione alla criminalità attraverso l’azzeramento dei processi e dei controlli burocratici.
Tutto ciò senza dimenticare di intervenire perché a livello nazionale si ponga con decisione all’ordine del giorno l’avvio di un processo di revisione delle leggi che non contrastano efficacemente, quando non favoriscono, l’emarginazione dei soggetti più deboli, che diventano facili prede per la criminalità organizzata del lavoro nero e/o dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Gli episodi accaduti concorrono alla definizione di un contesto che si va velocemente aggravando e che richiede una seria analisi dei fenomeni degenerativi in atto e conseguenti misure di contrasto.
Quanto sopra anche al fine di stimolare una maggiore consapevolezza ed un’assunzione di responsabilità da parte dell’opinione pubblica che sia sollecitata a rigettare qualsiasi approccio volto a demonizzare il ruolo e le funzioni di quanti sono chiamati a garantire un sistema economico, sociale ed istituzionale in grado di fronteggiare tali pericoli.
Nella nostra Costituzione ci sono gli strumenti e le indicazioni necessarie per l’attivazione di misure appropriate a cui tutti gli organi istituzionali e i singoli cittadini debbono fare riferimento per costruire una risposta all’altezza.
E’ in momenti come questo che si dimostra la forza e la capacità della democrazia di corrispondere all’esigenza di garantire che cittadine e cittadini possano concorrere alla sua difesa e allo sviluppo di una società in cui la criminalità e lo sfruttamento delle disuguaglianze non siano in grado di minarne le fondamenta.
Ancona li 16 giugno 2020